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"Eleanore" è una "puledrina" di pochi mesi : ci siamo conosciuti il 2 maggio 2003 ed era la "regina" del salone dove riposava in attesa di un cavaliere : come l'ho vista ho capito che stare dietro a quel vetro sulla strada era per lei una vera sofferenza,vedere passare tutti quei mezzi sull'asfalto, la voglia di correre glielo si leggeva nel fanale !

 

Oggi (settembre 2003) Eleanore ha più di dodicimila chilometri comprensivi dei tornanti dello Stelvio e dell'Engadina (la sua infanzia) per vivere con me e la mia compagna in carne e ossa,l'avventura di quasi settemila chilometri in Turchia : lo so,gli si sono "induriti" i tendini ed i legamenti nel dover sopportare le angherie dell'asfalto ottomano,ma é cavalla di razza,ci vuole ben altro per fargli veramente del male, e lo ha dimostrato nei più di mille chilometri da Brindisi a casa in tirata pressochè unica.

 

Il giorno del suo "comple-mese" ovvero il 2 agosto 2003, si partiva alla volta di Ancona per prendere un traghetto di ben due giorni alla volta di Cesme,nella zona più occidentale della Turchia : il traffico vacanziero é stata una vera e propria sofferenza per il mio destrerio, oltre che per cavaliere e consorte,ma alla fine si giungeva all'imbarco.

 

Descrivere le ansie di un motociclista ogni qual volta deve imbarcare il proprio mezzo su di una nave é impossibile oltre che inutile: chi ha una moto e l'ha fatto sa di cosa sto parlando,é uno dei momenti più delicati di una moto-vacanza,se poi si pensa che il traghetto in questione era Turco,ovvero che la loro esperienza in fatto di spazi motociclistici non sia proprio delle migliori (ben altra cosa con i traghetti del Nord).

 

Il 4 agosto 2003 alle 23.30 (ora locale) si sbarcava a Cesme per affrontare le non poche difficoltà della dogana turca : alcuni motociclisti un po' troppo sbarazzini passavano la coda di automobilisti turchi "emigrati" (targhe tedesche, francesi,belghe e olandesi si sciupavano) facendoli irritare non poco con la conseguenza che i funzionari doganali si irrigidivano con i motociclisiti rimasti (noi) facendoli passare in tempi allucinanti (solo alle 3.30 del mattino,alfine,saremo nell'albergo prenotato !).

 

Al mattino , dopo una stupenda colazione (la frutta e la verdura hanno sapori da noi dimenticati) si partiva alla volta di Efeso,vero e proprio patrimonio storico dell'umanità : é la testimonianza di come le culture avvicendatesi in questa terra siano veramente tante,e ne siamo sbalorditi!

 

Eleanore assaggia le strade turche, mentre il cavaliere che immodestamente scrive queste poche righe,si cimenta con la guida approssimativa dei turchi che non hanno ben chiaro il fatto della gravita' : nelle discese vanno a tavoletta,per poi clamorosamente arenarsi nelle salite,e così é un continuo "sorpasso che ti sorpasso....".

 

Dalle vestigia di Efeso (che da' il nome alla stupenda birra locale che si apprezzerà in tutta la penisola....la Efes...) alla dimostrazione di come la natura sappia costruire con più ampia pazienza,ovvero alle sculture di calcare di Pamukkale : é una tappa del turismo di massa, e difatti ha perso la sua originalità, e comunque sia é l'unico posto (Hierapolis) che io conosca,dove si può fare il bagno termale tra rovine millenarie, vale il costo del biglietto,credeteci !

 

Nel pomeriggio si parte alla volta di Side,cioè trecentoquaranta chilometri belli tirati dove Eleanore dimostrerà di apprezzare al meglio le ottime doti della "kursunsuz" (la benzina verde turca),sperando nella benevolenza delle pattuglie stradali turche : attraversiamo la trafficatissima zona di Antalya a dimostrazione dell'inquinamento turistico occidentale più bieco,ben altra sarà la Turchia che vedremo, quella si che sarà vera e non di importazione !

 

Il giorno dopo inizierà la lotta con i tornanti della costa Sud occidentale : il panorama (abbandonati i palazzoni alberghieri della prima parte) é stupendo ma diventa difficile apprezzarlo stante un fondo difficile dove la guida deve diventare ben più che attenta per evitare perdite di aderenza.

 

Ci fermeremo sovente per fare foto degli stupendi paesaggi e per apprezzare fichi,banane,angurie,etc....ovvero ogni ben di Dio che si trova lungo la strada venduto da banchetti i cui proprietari si dimostrano veramente ospitali.

 

Arriviamo a Silifke stravolti per il caldo e l'umidità e per i quasi quattrocento chilometri che pesano più per le condizioni climatiche che per la sella,anche se oggi Eleanore era un po' scomoda(é la sella che si fa o sono le parti posteriori del mototurista che si conformano alla sella,mah ?).

 

Il giorno dopo abbandoniamo la costa per portarci nell'entroterra del Paese : la strada si inerpica lasciandoci di stucco per la freschezza dell'aria e per il paesaggio : é da queste parti che morì Federico Barbarossa, per cui speriamo di essere più tosti di lui.

 

Ci fermiamo per cambiare degli euro nelle "miliardarie lire turche" (per un po' d'acqua minerale ci vuole quasi un "milione di lire turche", ci si sente "monegaschi") a Mut dove tocchiamo con mano il fatto che siamo nella Turchia vera,non quella turistica.

 

La nostra Guzzi e la nostra presenza suscitano ammirazione e curiosità, ma solo i giovani ragazzini che sanno un po' d'inglese osano avvicinarsi.

 

Arriviamo a Konya la città dei Dervisci danzanti dove visiteremo il Mausoleo di Mevlana vero angolo mistico e dove si conciliano filosofie diverse ma fondamentalmente simili nel loro buon senso universale : la città invece é poco mistica,direi che ha un traffico da capitale lombarda,niente a che vedere con i 17 milioni di abitanti di Istanbul, ma é pur sempre una città grande.

 

Il giorno dopo passiamo ad esplorare la Cappadocia : ogni anfratto nel raggio di cento chilometri va visto e scoperto e la media é da scooterista così Eleanore si dimostrerà particolarmente parca con un consumo di circa 25 km. al litro; anche lei è rimasta esterefatta dai "Camini delle fate" e dalla luce del tramonto in questa zona di mondo unica,e per un'adolescente come lei è una esperienza formativa così quando,forse,vedrà la Monument Valley sarà matura come il glorioso SP III con cui visitammo gli U.S.A..

 

Lasciata l'atmosfera magica di Goreme e Zelve ci portiamo nell'Est del paese fuori dal turismo di massa per giungere a Kahraman Maras, la città del gelato (merita,credetemi,merita); anche se non è il nostro gelato é certo che il segreto dei Turchi sia da conoscere in quanto é una vera delizia per le papille.

 

Pper giungere a questa città ci porteremo nell'altopiano anatolico attraversando paesaggi irreali,passi montani (Develi) sconosciuti ai turisti,ovvero quelle zone del mondo dove non avere una motocicletta é un delitto e così la Turchia ci stupisce ad ogni chilometro cambiando aspetto e pelle vuoi nelle razze dei suoi abitanti,vuoi nel clima e nella vegetazione.

 

Il giorno dopo poi ci porteremo attraverso una trafficatissima (camion a non finire) e difficile strada (fresature dell'asfalto per rifacimento del manto) verso il Sud al confine con la Siria,la' dove si respira completamente un atmosfera araba : ci recheremo a visitare Harran città dedicata ad Ibrahim (Abramo) ovvero dove si vive in case di paglia e fango come 7.000 anni fa ; l'entusiasmo,gli occhi e la naturalezza dei bambini rimarranno nella nostra mente come un ricordo indelebile.

La sera il pernottamento sarà a Sanli Urfa,città incredibilmente bella e ricca nei suoi giardini e nei suoi bazar,sarà un momento di vera rilassatezza dove il calore del giorno ci lascerà sì spossati,ma piacevolmente sereni ed appagati da quanto visto durante il giorno : Eleanore riposerà davanti all'Hotel Edessa in compagnia di altre sorelle bicilindriche teutoniche (chissà cosa si saranno dette....bah ?).

 

Il giorno dopo ci si dirige verso Adiyaman in prossimità del Parco Naturale del Nemrut Dagi : prima della partenza constato con amarezza una eccessiva mobilità del bauletto posteriore sul portapacchi e comprendo che le buche delle strade di Harran non sono passate indenni sulle zone posteriori di Eleanore ; il giorno dopo avendo più tempo,smonterò i carter di acciaio per scoprire una bella doppia frattura del portapacchi ma per fortuna la costruzione dello stesso (doppia staffa data dalla maniglia) mi consente di gestire in qualche modo l'emergenza rivedendo i carichi.

 

Purtroppo l'acciacco non è solo motociclistico : ahimè,la "maledizione di Antioco I°" mi colpisce,ergo per me la visita al Ponte Romano sull'Eufrate ed al monte (dove la leggenda vuole vi sia sepolto il mitico re) é una sofferenza continua, ed il ritorno in albergo é d'obbligo,un vero peccato !

 

Con le difficoltà del caso ci portiamo il giorno dopo verso Sivas città universitaria: abbiamo superato la metà del viaggio,siamo nella zona più a Est che visiteremo, per cui la stanchezza ed i chilometri percorsi iniziano a farsi sentire; abbiamo più di trecentosessanta chilometri da percorrere prima di poter riposare cilindri e muscoli così l'antico Souk di Sivas ci vedrà un po' cotti per cui trattare acquisti in centro é l'ultima cosa che ci interessa, anche se di cose da comprare ce ne sarebbero a bizzeffe.

 

Ci aspettano gli Ittiti e le vestigia del loro impero ad Hattusas,così si volgono i cavalli verso Ovest in quella che sarà la nostra meta finale del vagare per la Turchia,ovvero Istanbul dove ci si fermerà per visitare almeno le cose fondamentali come la Moschea Blu,Santa Sofia, il Topkapi, le Cisterne Sotterranee,etc.

 

Istanbul,come tutte le metropoli,non é a misura di moto e si soffre non poco, ma non era concepibile non fermarsi pur con tutti i contro del caso.

 

Sono queste ultime tappe molto pesanti nell'ordine dei seicentocinquanta chilometri,con sveglia all'alba,dove il rapporto con il proprio mezzo diventa ben più che intimo e dove non vi sono più dolori muscolari di alcun genere,cavallo e cavaliere sono un tutt'uno,vuoi per la determinazione a raggiungere la meta,vuoi per la concentrazione necessaria per salvaguardare acciaio e carne: attraverseremo il confine turco-greco per passare da Alessandropoli e Salonicco per affrontare prima del traghetto che da Igoumenitsa ci porterà a Brindisi,quella universita' del motociclista che é il Katara Pas .

 

Pensavo che lo Stelvio fosse il massimo della difficoltà, ma il valico greco é ben altra cosa (salire é un conto,ma la discesa con la pioggerellina ben altra), inoltre ci siamo pure presi la pioggia e gli incidenti erano mica pochi,anche perché stare con le gomme per terra non era cosa da poco,pfui.....abbiamo fatto anche questa,brava Eleanore !

Dalla Puglia a casa ?? In una tirata unica ? Why not ? Invece,ahimè,sarà il passeggero a cedere a Piacenza,ma cavallo e cavaliere erano ben decisi a farsi una sgroppatina da 1200 km.,senno' a che serve una Guzzi ??

 

Quando ho messo Eleanore sul cavalletto centrale in garage (22 agosto 2003),un bacio sul serbatoio se lo é proprio meritato ; adesso é lì che riposa con tutto il suo fango,irriconoscibile da quanto é sporca,ma felice per quanto ha visto e percorso con il suo cavaliere.

 

La laverò con cura,la controllerò in tutte le sue parti perché entrambi sappiamo che ci attendono mete ancora più ambiziose,é una puledrina che vuole vedere il mondo, ha sete di strade,lo so,è una Guzzi di razza, Eleanore, é una California EV !

 

NOTE FINALI = abbiamo viaggiato grazie a Motorizzonti (www.motorizzonti.com), tour operator specializzato per la Turchia, assolutamente consigliabile per la positività dell'esperienza (grazie Valter, sei un mito !!).

 

Unico rammarico : di Guzzi in giro non ne abbiamo viste,c'era solo la nostra ed anche i nostri compagni di viaggio hanno optato per altre scelte a due ruote, insomma,Guzzisti mototuristi dove siete ?!?

 

Le nostre sono moto che devono girare il mondo,tenerle in garage o farle girare solo nei dintorni di casa,é un delitto!

 

Comunque sia le condizioni delle strade (molti sterrati fra l'altro) hanno ben messo a dura prova la nostra figlia di Mandello e direi che il gruppo motore-cambio-frizione oltre all'eccellenza dimostrate da freni,sospensioni,cerchi e gomme sono state all'altezza della prova.

 

Peccato per la frattura del portapacchi (netta e doppia,ad entrambi i montanti,ahimè) : erano anni che cercavo l'erede dell'SP III, direi proprio che l'ho trovato,pardon, trovatA, Eleanore potrebbe offendersi.

 

Un grazie di cuore alla Concessionaria Marco Ferrari e figlio Peppino di Novara,che ci permettono di viaggiare in Guzzi da vent'anni a questa parte : tenete duro !!

 

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