Ci sono due scelte: la prima è legata al concetto di "essere possessori di motocicletta" e quindi rimanere nell'agone di chi "va in moto", oppure c'è un'altra scelta che è quella di ESSERE MOTOCICLISTI! Se si "sposa" questa seconda via inizia un percorso di "consapevolezza", di "coscienza" della propria "dimensione" , una sorta di "Bu-Shi-Do" delle due ruote ed un "motore". E' in questo percorso che, inevitabilmente, si incontra la "rifondazione" del vecchio Coordinamento Motociclisti (CM), che, come l'araba fenice diventa "C.I.M." dove la dizione Cittadini In Moto ci da' BENE l'idea di come la dimensione dell'essere motociclisti sia alla base un fatto di Coscienza Civile. In TUTTA Europa tranne che in Italia la motocicletta ha una sua ben precisa connotazione: i pedaggi autostradali sono "differenziati", esistono parcheggi dedicati, vi sono addirittura armadietti per i caschi negli stessi, ecc.. insomma la condizione del "motociclista" ha il suo giusto spazio, la SUA dimensione. E' anche vero che il "motociclista" d'oltralpe ha un COMPORTAMENTO civile, cosa NON sempre riscontrabile dal motociclista italiano: è ANCHE su questo fronte che bisogna AGIRE, trasmettere un senso "civico" quando si sale sulla sella, legato a concetti di SICUREZZA e di RISPETTO! E' troppo FACILE comprare una moto, salirci sopra e CREDERSI motociclisti: corsi DEDICATI alla Guida Sicura, RISPETTO degli altri utenti della strada (parcheggiare le moto sugli spazi per i disabili o negli spazi dedicati a bus ed auto, non è la soluzione "intelligente" alla mancanza di parcheggi per moto....), COSCIENZA dei propri limiti, insomma molti di questi aspetti (e tanto di più) NON sono così percepiti dalla "maggioranza" di chi "compra una moto e ci sale sopra"..... Vero è che molti di loro faranno una, due, magari tre stagioni prima di rimettere in vendita l'agognato "giocattolo", ma nel frattempo alcuni comportamenti immaturi avranno inciso negativamente sul "totale" della categoria: è quindi un DOVERE per chi della moto ne ha fatto una scelta di VITA cercare di far comprendere il corretto percorso di "coscienza". Molte "imposizioni" alla categoria (chiusura di strade panoramiche, assurdità sull'abbigliamento, pedaggi sui passi alpini, etc...) nascono dalla MANCANZA di rappresentatività MATURA della categoria: l'Italia ha il numero più elevato di "motociclisti", ma il MINOR numero di iscritti alle Associazioni che dovrebbe rappresentarli, e questo nelle SEDI dove si PRENDONO le decisioni PESA e PESA tanto !!! Altri riferimenti utili per questi obiettivi sono il sito di Motocivismo dove ci sono molti interessanti articoli su questi argomenti, così come quello di Visionzero che fa riferimento al grande lavoro fatto da Claudio Angeletti. Il suo testo "Il manuale della sicurezza in moto" dovrebbe essere il Sacro Testo di OGNI VERO MOTOCICLISTA !! |
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