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Le difficoltà incontrate alle diverse frontiere sul tipo di marca della moto la dicono lunga su quanto sia poco noto il marchio "Moto Guzzi" nei Paesi dell'Est:il mototurismo d'avanguardia, tranne rari casi, è delegato alle marche giapponesi od alla fin troppo nota casa bavarese, prendiamone atto, di chi la colpa ?
Ciò non toglie che la mia GRANDE (nel senso della generosità ed affidabilità fin qui dimostrata) "Eleanore" (California EV) ha percorso i circa cinquemila chilometri delle nostre vacanze in Bulgaria (agosto 2005) senza battere ciglio.
Abbiamo dovuto attraversare territori sconvolti dalle recenti alluvioni di luglio e dire che in molti punti la strada ti mancava letteralmente da sotto i piedi (le segnaletiche sono un optional in Paesi dove lo Stato non ha le nostre disponibilità), non è essere lontani dal vero:strade con buche di tutte le foggie, sterrati con avvallamenti di varia natura,così come strade perfettamente percorribili (diamo a Cesare....) sono state tutte solcate dagli zoccoli del nostro puledro-bicilindrico.
Il viaggio,in sintesi. Da Ancona il traghetto ci porta a Igoumenitza per affrontare (ancora una volta.....) il Katara Pas, vero test per tutti i motociclisti:con un percorso di circa 500 chilometri superiamo la frontiera greco-bulgara per giungere alla nostra prima meta ovvero la caratteristica cittadina di Melnik,nella catena montuosa dei Rodopi.
Si è fatto tardi e la luce è poca, nonostante buio e stanchezza dovremo affrontare la peggiore strada di tutto il viaggio (d'inverno e' il letto di un fiume) per giungere all'albergo: faccio scendere la consorte per destreggiarmi nell'ultimo tratto dove tra fango e ciottoli il California si improvvisa un Quota da enduro ma, come sempre, mi porta a destinazione.
Il giorno seguente visiteremo il nostro primo monastero (Rojen) quello più semplice ma forse il più bello (almeno per il nostro gusto), inizieremo così a scoprire la storia, la religione, gli usi ed i costumi di un Paese tanto affascinante quanto misterioso per noi italiani.
Dopo la suggestiva visita nella silenziosa quiete della collina si risale sulle selle alla scoperta dei Rodopi attraversando il monte Pirin:sosta turistica nella cittadina di Bansko (molto considerata dalla popolazione locale) e con temperature invernali giungiamo alla nostra seconda meta,ovvero Gotze Delcev.
Ci sorprende l'albergo: un vero residuo del regime,un palazzone con arredamento (l'arancione domina incontrastato tra i globi luminosi dei lampadari) che ci ricorda il mitico film di Jacques Tati "Playtime", segno di un modernismo forzoso imposto da un comunismo che doveva salvare la facciata con il resto del mondo.
Sono ormai già un paio di giorni che abbiamo assaporato la cucina bulgara ed iniziamo ad abituarci a pasteggiare con rakjia (grappa) e godere delle ottime verdure che hanno sapori per noi ormai dimenticati a casa nostra : un complessino locale allieterà la cena degli affaticati mototuristi.
Il giorno dopo abbiamo in programma la visita a Trigrad della Grotta del Diavolo, una vera e propria bellezza naturale che ci fa smaltire la colazione con i suoi 300 e più gradini per visitarla degnamente; un percorso di curve molto impegnative per le pessime condizioni delle strade, ma in uno stupendo paesaggio di imponenti conifere ci porterà al paesino di Shiroka Laka che visiteremo nel primo pomeriggio dopo la sosta pranzo.
Sono case di montagne, povere ma efficienti come le nostre, e non è per noi difficile ritrovare gli stessi stili di vita delle nostre Alpi dove pastorizia ed agricoltura sono fonti di reddito oggi come ieri, dove la città con le sue assurde frenesie è lontana anni luce.
Si risale in sella alla volta della città di Plovdiv (la seconda della Bulgaria dopo la capitale): lungo il tragitto dove vivremo sulla nostra pelle le ferite della recente alluvione, visiteremo il Monastero di Bachkovo molto curato e vivo così come tutti quelli che vedremo.
La religione ortodossa è stata per i bulgari un vero rifugio nei quasi cinque secoli di dominazione turca e per la mite gente di queste terre il credere non è stato un mero fatto di comodo ma ha sicuramente avuto il significato,oggi come ieri, in una fede profonda,sentita, vera: è questo che si respira nelle loro chiese e nei loro monasteri.
Plovdiv ci sorprenderà per la sua realtà bi-fronte:città trafficata, caotica come le nostre appena giunti,ma il giorno dopo ci rivelerà lo scrigno di un borgo storico che non ha nulla da invidiare a molte città della nostra Toscana,una vera perla con le sue ricche Case-Museo e con le botteghe di sapienti artigiani, il tutto lontano dal traffico consentendo così sane passeggiate.
Visiteremo le case museo dei ricchi commercianti che già allora vedevano ben oltre le loro frontiere attraverso proficui scambi con Venezia ed Istanbul, visiteremo la Chiesa dei SS. Costantino ed Elena, l'anfiteatro romano,il museo etnografico ovvero vivremo il periodo della Rinascenza bulgara un mix del nostro periodo della borghesia dei Comuni con il nostro Risorgimento.
L'idea che l'italiano medio ha della Bulgaria è quello di un Paese povero dove l'unica bellezza sono le rose: è il classico stereotipo come quello di chi pensa che l'Italia sia solamente "mandolini, pizza e putipu'" o che si sia rimasti ai modelli che il cinema neo-realista del dopoguerra ha ben rappresentato.
Niente di più falso : la Bulgaria ha una quantità di ritrovamenti del periodo Romano e di quello legato alla dominazione Tracia che è il terzo al mondo, le sue Chiese e Monasteri sono un concentrato di ricchezze e di arte, i monti dei Rodopi offrono attrezzature sportive degne delle catene alpine, così come la vita notturna della località balneare di Varna non fa certo rimpiangere le più quotate cittadine romagnole.
Ci accorgeremo di ciò visitando la tomba tracia di Kazanlak (monumento tutelato dall'Unesco , ma non è il solo in questo Paese...) dove rimarremo affascinati dagli affreschi della volta e dal sito in cui è posta.
Affronteremo così una strada che da veloce e affidabile diventa all'improvviso tortuosa e difficile (buche, sconnesso, traffico di camion puzzolenti, etc...) per portarci al villaggio-museo di Etara, che visiteremo dopo il meritato pranzo (un pane caldo appena sfornato che mangeremo con una spezia locale particolarmente buona...una squisitezza, più, ahimè per la dieta, altre leccornie.....).
Il villaggio è una delizia di botteghe e botteghucce che vanno dalla produzione di coltelli artigianali , a campane appena fuse, a lavorazioni di legno, tessuti, etc......un po' troppo per turisti,se vogliamo,ma apprezzabile in tutto e per tutto.
Visiteremo quindi il monastero femminile di Sokolovo (lì vicino) dove rimarremo incantati dalla chiesetta, un vero piccolo gioiello....e quindi ri-affronteremo curve e buche alla volta del villaggio di Arbanassi, sede della storica ricca borghesia bulgara e là pernotteremo.
Il giorno seguente ci dedicheremo alla visita delle fortezze di Veliko Tarnovo città storica che ha segnato la Bulgaria: il caldo è opprimente e salire sul monte Tzarevez costa fatica ma siamo ripagati da un canto celestiale della nostra guida che si esibirà per noi nella chiesa posta sulla vetta.
Dopo aver visitato anche la città vera e propria nel pomeriggio ci si dedica alle perle di Arbanassi, villaggio sulle colline voluto dai ricchi borghesi commercianti: la casa-museo Kostanzaliev e la chiesa della Natività sono le nostre mete.
E' pomeriggio pieno quando con un'afa opprimente si abbandonano le colline di Arbanassi per raggiungere la città di Shoumen con il suo traffico ed i suoi bestioni di cemento : saremo ospiti , ancora una volta, del classico albergo del regime che fu e riviviamo l'atmosfera che aleggia ancora di nomenklatura.
Al mattino la pioggia domina la scena ed è il momento della bardatura antipioggia:ci rechiamo alla volta della Moschea,l'unica che in Bulgaria meriti di essere visitata ; rispetto alle mosche dei paesi islamici è ben poca cosa,ma la sua povertà la rende, e vogliamo,ancor più dignitosa,realmente religiosa.
Unica nota negativa:davanti alla moschea un gruppo di ragazzini scambia il mio California con una ben più nota (ahimè) moto di produzione americana: se la mia Eleanore avesse i denti credo avrebbe azzannato al polpaccio il tapino che proferì tale assurdità....vabbè.
Non si può non vederlo,già da dodici chilometri arrivando a Shoumen sulla collina,nella sua folle grandiosità il "Monumento commemorativo dei Fondatori dello Stato Bulgaro" ci delizia (si fa per dire) con la sua invadente presenza;ci rechiamo a visitarlo.....una colata di cemento impressionante,una dimensione degna delle piramidi,la testimonianza di quanto il regime comunista avesse perso il senso della ragione: si viene in questi Stati anche per questo,per comprendere fino in fondo la storia che ci siamo risparmiati da questa parte del muro.
Il caldo e l'afa diventano molto pesanti e la fatica di salire i gradini a Madara (poco fuori da Shoumen, che ci siamo lasciati alle spalle) per vedere il cavaliere nella roccia non è da tutti......non è dato sapere chi sia il misterioso cavaliere ritratto,e ciò fa parte dei misteri di questa terra (anche i bagni degli alberghi a dir la verità hanno impianti idraulici,veramente misteriosi):per la cronaca,anche questo monumento è patrimonio dell'UNESCO.
Ci attende ancora un trasferimento pesante (per il caldo e la strada molto noiosa) per giungere a Varna città balneare sul Mar Nero,una vera e propria Ibiza dell'Est,con una vita notturna (ed annesse beltà,musica a palla,bevande,etc...) degna della ben più nota cittadina spagnola.
A Varna saremo attesi nella sede di un Moto Club locale dove verremo intervistati da un pool di giornalisti dei maggiori quotidiani bulgari: siamo un gruppo di dieci motociclette e non è una piccola cosa per loro (ma neanche per noi...); verremo omaggiati di magliette ad hoc per l'evento nonchè di bottiglie di rakjia.,anche se stanchi ed affaticati dal viaggio,con pazienza bulgara sopportiamo anche se non vediamo l'ora di essere in albergo.
Alla sera vivremo la folle vita notturna di questa località: c'è da farsi rifare la vista da quante bellezze locali e non succintamente vestite, passano nello struscio del Parco Botanico vicino al mare, anche se il volume della musica che proviene dai locali è assordante,e ci rintontisce, amiamo di più il rumore dei nostri motori !
Al mattino scopriremo invece la Varna storica (Cattedrale e museo storico con interessantissimi reperti archeologici, in particolare l'oro più antico mai ritrovato in scavi delle antichità); si parte quindi alla volta di Nessebar,un sito troppo turistico per i nostri gusti (bancherelle di paccottiglia per turisti,una certa invadenza della ristorazione locale,prezzi che diventano da Costa Azzurra,etc...),ma d'obbligo vista la posizione (una penisola nel Mar Nero) ed il suo piccolo porto.
E' più che evidente come lungo la strada che da qui ci porta a Burgas come in queste zone la lunga mano occidentale del consumismo più bieco stia giungendo pesantemente:grossi complessi edilizi,grossi parchi divertimento,strade perfettamente asfaltate,cartelloni di vendita di terreni e ville, in realtà tutto ciò è più sulla carta,visto che sono più i cartelloni dei progetti in corso che non i mattoni posati.
La dimostrazione di come questo Paese stia cambiando rapidamente è proprio data dall'hotel di Burgas: ad aprile 2005 non c'era ancora ed ora ci dormiamo e ci mangiamo......è perfettamente attrezzato,anzi,direi che l'impiantistica è spaziale, segno di come nelle novità si tenda a bruciare le tappe della modernizzazione.
Negli ultimi giorni tra afa e caldo opprimente abbiamo messo a dura prova l'olio motore (le valvole idrauliche ticchettavano oltre misura...) oltre alla nostra fibra personale: è giusto tornare al fresco dei monti per affrontare l'ultima (dura) parte del viaggio, per cui dopo circa 350 km. ci riportiamo nei Rodopi in quel bellissimo borgo di montagna che è Koprivsctiza.
Qui la bellezza delle case è rimasta intatta in quanto dopo la prima rivolta contro i Turchi (finita male) per evitare la distruzione del villaggio da parte degli ottomani,i ricchi commercianti del posto pagarono un consistente riscatto: grazie a questa gabella oggi noi possiamo godere il paese nella sua integrità.
Il clima qui è delizioso e ci attardiamo tra le viuzze acciottolate perdendoci dietro mille particolari e scattando foto a più non posso vista la bella luce serale: la cena poi sarà deliziosa,abbondantemente innaffiata da bicchierini di rakjia al punto che ci troveremo a cantare tutti l'inno di Mameli,dopo aver ascoltato l'inno bulgaro cantato dalle nostre guide locali.
Il giorno seguente scenderemo prima dai monti per visitare Panaghuirtje e Pazardjik constatando come questo Paese possa cambiare paesaggio: siamo in una zona decisamente povera, dove quelli che erano dei distretti industriali (carta) sono ormai dei fantasmi ed i banchetti di carta igienica che si disseminano lungo il percorso ci toccano profondamente,anche per il parallelo con i nostri distretti industriali in condizioni simili.
Risaliremo sui monti sotto una pioggia battente per pernottare in quella che è la più importante stazione sciistica della Bulgaria,ovvero Borovetz: ci sembra di vivere un piccolo Stelvio anche se la quota è decisamente più bassa (mt.1.350), in ogni caso gli impianti di risalita portano ai 2.925 mt. del monte Mussala che è il più alto monte di tutti i Balcani e d'inverno si scia senza problemi.
Ci attendono le ultime fatiche bulgare : scendiamo dai monti (non di molto per la verità) sempre sotto una pioggerellina fastidiosa,per visitare il più grande Monastero della Bulgaria ovvero quello di Rila.
La costruzione è imponente, già solo la cucina con gli enormi pentoloni ed il camino indicano cosa significasse la convivenza di più di 300 monaci : la storia del monastero è la dimostrazione del fatto che la Chiesa Bulgara avesse avuto un "potere" che in altri Paesi sottoposti al regime comunista, non è riuscita a mantenere.
La meta ora è Sofia (la capitale) dove rimarremo per due giorni : il tempo fa le bizze e vedere le "buche" con l'acqua diventa cosa improba e telaio e sospensioni vengono messi a dura prova come non mai,ma se credi di aver visto la strada con i buchi girando per la Bulgaria, non sai cosa ti aspetterà nelle strade di Sofia.
Prima di entrare nel centro città dedichiamo un'oretta alla visita della Chiesa di Boyana, anch'essa patrimonio dell'UNESCO : la guida che ci accompagnerà (si può entrare solo a gruppi di 6-10 persone per volta) è "esaltata" da questa bellezza e dai suoi affreschi.....che in effetti sono degni del nostro miglior Giotto o Cimabue (questi però sono antecedenti , segno che ANCHE fuori dall'Italia l'Arte è di grande spessore....).
Visiteremo il centro di Sofia il giorno seguente (rotonda di S.Giorgio , cattedrale Alexander Nevsky, chiesa di S.Sofia, mercatino dell'antiquariato) , ora ci attende una "tosta" cena bulgara (ormai abbiamo già un bel po' di chili di troppo....).
Il ritorno sarà da veri patiti delle due ruote : una tirata unica da Sofia a Zagabria attraversando le frontiere di Serbia e Croazia per un totale di 830 km.,si replica poi il giorno dopo con i 650 km. da Zagabria a casa.......a dimostrazione che il "cuoio" non è solo quello della sella.
Allora,un paradiso terrestre ? No, di certo : la povertà e l'arretratezza esistono eccome, ma mi chiedo se è più povero chi coltiva la terra ed alleva animali o chi ha perso il lavoro in distretti tessili come il nostro e si trova a dover gestire un costo della vita in euro e tutte le assurdità della nostra società che continuiamo ad ostinarci a definire "civile".
Sicuramente è uno Stato in cui le risorse comuni sono scarse, ma non abbiamo visto nessun accattone , nessuno storpio che mendicava,abbiamo visto gente che si "arrangiava" cercando di vendere di tutto (dai lamponi colti nei boschi , all'antiquariato , alla carta igienica residuo di magazzino di una industria cartacea morente,etc..).
Abbiamo visto un popolo riservato e schivo,direi quasi timido nell'approccio con noi "ricchi turisti europei", abbiamo visto la dignità di un popolo che ha sopportato cinque secoli di dominazione turca seguita dall'affronto della follia comunista, abbiamo visto , e perchè non dirlo , tante belle ragazze, alte , slanciate , sane...sicuramente ignare che la loro bellezza proviene sicuramente da un mondo NON ancora corrotto come il nostro.
La moto ? Cosa dire.......è una Guzzi.....i consumi rilevati sono passati dai "normali" 20 km./Lt. italiani ai 22/25 km./lt. bulgari, media che comunque si è mantenuta anche nell'attraversamento di Serbia, Croazia e Slovenia dove le velocità di crociera erano più alte di quelle in Bulgaria.,percorrendo le STESSE strade dei nostri compagni di viaggio muniti di moto "bavaresi" , abbiamo suscitato il loro stupore, vuoi per i bassi consumi, ma soprattutto per la NON necessarietà di continui rabbocchi d'olio, cosa "normale" per i loro bicilindrici (!?).
Problemi manifestati ?? Eh, si sa,le Guzzi ne hanno sempre una: nel primo sterrato si è "bruciato" il filamento della luce del fanale e si è bruciata la lampadina da 5W lasciandomi con il solo abbagliante, mentre sulla via di casa ho dovuto dare mezzo giro di vite alla fascetta che stringe la gomma della trasmissione cardanica sul blocco motore in quanto "sfiatava" un po' d'olio.
Eleanore adesso (settembre 2005) ha 37.000 km. (data di uscita su strada: 2/5/2003) di cui una parte vissuti ad Est (Turchia, Ungheria, Bulgaria),e,credetemi, non vede l'ora di ripartire !
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