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Esistono molti concetti di “mototurismo”: c’é il “MOTO-turismo” dove l’obiettivo primario é quello di macinare chilometri con il continuo variare di paesaggi e climi diversi,ma dove é la “moto” in quanto tale,la protagonista di tanto affannarsi e le tappe sono tali da far diventare il “turismo” quasi un lavoro più o meno massacrante.
C’é poi il “moto-TURISMO” dove ogni 50 km. ci si ferma per esigenze di vario tipo (sovente del passeggero) e quindi l’obiettivo di una “meta a lunga distanza” diventa impossibile frustrando così ogni aspirazione a lunga gittata.
C’é infine il “MOTO-TURISMO”,quello tutto maiuscolo,dove sia la scelta dell’itinerario sia lo svolgersi dello stesso sono in grado di appagare pienamente “cavallo e cavaliere”: é fuor di dubbio che cercare un percorso che possa premiare l’uomo e la macchina non é cosa facile,ma attraversare l’Irlanda significa raggiungere un ideale equilibrio tra queste differenti esigenze.
E’ con il desiderio di conoscere un Paese ed i suoi abitanti (la sua storia, il suo clima, la sua cucina etc...) che abbiamo cavalcato i nostri moderni destrieri a due o più cilindri sulle coste del Ring of Kerry,attraverso il Connemara National Park,nella desolata landa del Burren , fino allo spettacolo del Giant’s Causeway,vero capolavoro naturalistico unico al mondo.
Alla partenza uno dei rischi calcolati era quello di un prevedibile itinerario sotto una pioggia scrosciante: sarà stata colpa del Niño,sarà stata l’estate torrida (agosto 1998), tant’é che l’unica vera pioggia che ha turbato la nostra vacanza ci ha sorpresi nel Nord della Francia all’andata , nella tappa di trasferimento iniziale con l’obiettivo di raggiungere Calais,per il più classico dei traghetti,ovvero il Calais-Dover (45 minuti).
Dopo l’impatto con la guida a sinistra (left, left !!!!),abbiamo rapidamente attraversato la parte bassa del Regno Unito (con la promessa rilasciata alla simpatica proprietaria di un Bed & Breakfast del Galles, di tornarci per una visita più accurata) per poter affrontare il secondo traghetto da Pembroke a Rosslare (da una isola ad un’altra) (circa 4 ore abbondanti).
Fin dai dintorni di Rosslare l’Irlanda ci ha mostrato quelle attrattive che la rendono un Paese ideale per il turismo in generale e per quello motociclistico in particolare: ospitalità calorosa, facilità di soggiorno per tutte le tasche e per tutte le situazioni (dai costosi chateau alle guesthouse, fino al classico b&b),ottima birra ed ottima cucina, paesaggio stupendo con diverse attrattive sia naturalistiche che storiche, ottima musica ,e grandi tradizioni storiche.
Per conoscere l’evoluzione storica dell’isola abbiamo quindi visitato il National Heritage Park nei pressi di Ferrycarrig (prima di Wexford) dove si ripercorre attraverso ricostruzioni ambientali didattiche in grandezza naturale su di una ampiezza di 30 acri, le successive tipologie insiedative adottate in Irlanda attraverso i secoli (dalla preistoria ovvero gli accampamenti mesolitici,dolmen,tombe preistoriche,per passare alla dominazione vichinga per giungere,infine,al “motte and bailey” degli anglo-Normanni,senza trascurare l’importante contributo dei Monaci cristiani).
Dopo questo primo approfondimento di carattere storico,attraversiamo la County Waterford ,al centro della costa meridionale, passando, per l’appunto, gli abitati di Waterford, e di Dungarvan, con l’obiettivo di un pernottamento nella County Cork (la più vasta dell’isola ed insieme a quella di Kerry quella con il clima più favorevole) e per la precisione a Youghal: questa é una località balneare e vuoi per l’estate torrida,vuoi per la relativa vicinanza all’approdo dei turisti europei sbarcati a Rosslare,la ricerca per il pernottamento diventa estremamente difficile portandoci infine oltre al centro abitato , estremamente affollato.
La mattina seguente attraversiamo il centro di Cork, città capoluogo della contea ed importante centro industriale (aziende farmaceutiche, informatiche,etc...) e portuale,passiamo quindi per Bandon,Clonakilty,Skibbereen fino a Bantry dove ci fermiamo per visitare la “Bantry House” residenza “privata” del proprietario terriero Richard White (costruzione iniziata nel 1771),nominato in seguito Barone di Bantry.
Ancora oggi è abitata dall’attuale proprietario erede naturale: gli interni riccamente arredati hanno consentito una location per il film “Moll Flanders” con Robin Wright e Morgan Freeman,e l’eccezionale vista che si gode sulla baia dai giardini della villa,appaga pienamente lo sforzo fatto per salire i cento e più gradini della scalinata !!
Dopo un piacevole soggiorno nell’accattivante centro turistico arricchito da svaghi gastronomici molto gradevoli (pesce e molluschi squisiti, ancor più resi gradevoli al palato dalla ottima scelta di birre locali),attraversiamo Glengariff entrando nella County Kerry caratterizzata da una serie di bellissime penisole comprese tra la baia di Bantry e l’estuario dello Shannon (il più importante fiume irlandese).
In questa zona l’interno é caratterizzato dal Killarney National Park con le incantevoli acque del Lough Leane del Muckross Lake e dell’Upper Lake,circondate da querceti ed animali in libertà,mentre la zona costiera corrisponde al Ring of Kerry,percorso stradale di circa 200 km. che delimita i confini della penisola di Iveragh.
Optiamo per questo itinerario prettamente motociclistico,confortati da un clima stupendo più che mediterraneo,evidenziato nella zona di Parknasilla dove ritroviamo addirittura una vegetazione sub-tropicale (sic!!) circondata da campi di golf paradisiaci (elegantissimo l’albergo in stile vittoriano al centro del verde).
A Castlecove,una stradina di circa 3 km. ci porta alle rovine dello Staigue Fort, castelliere del diametro di circa 30 metri: indubbiamente i panorami costieri sono più appaganti delle vestigia storiche, e difatti continuiamo a percorrere la Ring of Kerry ammirando la stupenda visione della Dingle Bay e delle Skellig Rocks (tre isole erte e scabre, sede di una comunità monastica di notevole importanza tra il sec.VII al XIII).
Attraversiamo quindi gli abitati di Caherciveen, Killorglin, Tralee (centro principale della contea di Kerry), Listowel, e Tarbert,giungendo all’estuario dello Shannon River il maggiore fiume irlandese: qui si concentrano attività portuali di notevole rilevanza (il fiume é una delle maggiori opportunità per il trasporto delle merci all’interno dell’isola) ed una grossa centrale termoelettrica; ci fermiamo per il pernottamento presso una farmhouse (aziende agricole che consentono ottimi bed and breakfast a basso costo) poco prima di Tarbert ovvero poco prima della County Limerick.
La giornata successiva sarà ricchissima di eventi turistici:subito dopo Limerick(terza città della repubblica d’Irlanda) svoltiamo per il Bunratty Castle quattrocentesco castello dei MacNamara,circondato dal Folk Park che ricostruisce a fine didattico ricreativo tipici ambienti rurali irlandesi.
In questo,come in altri castelli, l’arredo tre-seicentesco e la perfetta conservazione della costruzione consente l’organizzazione di cene in costume che ricreano l’ambiente peculiare e l’atmosfera medievale rendendo ancora più attraente la visita.
Attraversiamo la County Limerick fino al capoluogo della County Clare, Ennis ,entrando in quella desolata landa che é il Burren (le truppe di Cromwell definirono questa terra come “senza boschi per impiccare,senza acqua per annegare,senza terra per seppellire” e possiamo confermare che la sensazione provata nell’attraversare questa zona , é veramente agghiacciante....).
Da Ennistimonn la strada N67 ci porta al villaggio di Liscannor e da qui attraverso la R478 giungiamo alfine alle tanto sospirate Cliffs of Moher le scogliere a strapiombo sull’Ocean,alte fino a duecento metri !!!
Francamente rimaniamo delusi dal tanto sospirato spettacolo naturalistico,in quanto le foto che avevamo visto prima della partenza ci avevano preparato a strati geologici di colore chiaro ed invece le scogliere che abbiamo di fronte ci sembrano inquinate da chiazze nerastre: la nostra ipotesi é che il disastro ecologico dell’esplosione della petroliera Betelgeuse nel 1979 avvenuta nella vicina baia di Bantry abbia pigmentato profondamente le rocce di tutta la zona costiera (potremmo sbagliarci ma questa é l’impressione avuta).
Continuiamo l’attraversamento del Burren confortati dalla bellezza rude delle Aran Islands nella baia al largo di Galway,con il desiderio di affrontare quanto prima il Connemara National Park per ripagarci della delusione delle scogliere.
Dopo la sosta tra Kinvarra e Kilcolgan in un delizioso ed ospitale b&b,attraversiamo rapidamente Galway capoluogo della contea omonima, per entrare nell’estensione dei 2.000 fantastici ettari del Parco Nazionale del Connemara: qui,sotto un sole stupendo restiamo estasiati della visione dei Twelve Beans (dodici picchi),dei prati e dei boschi,e delle torbiere,il tutto crea un panorama complessivo che ci rasserena e ci riconcilia con noi stessi ed il mondo.
E’ in questa zona difatti che venne girato il noto film “A quiet man” (Un uomo tranquillo,1952) di John Ford con John Wayne e Maureen O’Hara,e che non per nulla vinse il premio Oscar per la migliore fotografia e regia.
Attraversato il Pass of Kylemore ci fermiamo ai bordi di un piccolo lago per visitare la Kilemore Abbey, edificio in stile Tudor presso cui sono insediate le suore benedettine di Ypres: la strada continua quindi alternando declivi e curve che accompagnano dolcemente il borbottio dei nostri motori attraversando Leeunan fino a giungere alla County Mayo.
Passiamo rapidamente questa Contea per entrare nella County Sligo passando per l’omonimo capoluogo per fare infine tappa a Bundoran,affascinati dalla visione del massiccio del Donegal.
Qui ceniamo a base di ostriche e birra “stout” ovvero “Guinness” (si pronuncia ‘Ghinnisc’, strascicando le “esse” finali....) respirando un clima turistico irlandese in quanto é evidente dallo struscio serale che é questa una popolare stazione di villeggiatura per i locali.
Poiché le previsioni atmosferiche minacciano cattivo tempo sulla zona costiera del Donegal (il vento al mattino soffia in maniera insopportabile,non tanto per la temperatura che rimane più che accettabile,ma per la violenza a tratti),preferiamo costeggiare il Lower Lough Erne a sud entrando così nell’Ulster ovvero nell’Irlanda del Nord, a noi più nota (purtroppo) per fatti di terrorismo che non per i suoi forti attributi turistici.
Attraversiamo Enniskillenn per superare quindi Omagh (il giorno dopo avverrà il tragico e raccapricciante fatto di sangue che vide la morte di troppe giovani vite) e visitare l’Ulster American Folk Park dove abbiamo modo di rivivere gli episodi storici della massiccia emigrazione irlandese negli U.S.A. grazie alle bellissime ricostruzioni ambientali.
Passiamo rapidamente Strabane e Londonderry (seconda città dell’Irlanda del Nord dopo Belfast e quarta dell’isola) per fare tappa a Limavady dove una sirena con lunghi capelli biondi ci attende in una deliziosa farmhouse indicataci dal locale tourist office:l’obiettivo é quello di una accurata visita della Glens of Antrim con tutti suoi forti contenuti.
Al mattino la prima tappa é quella del Dunluce Castle cinquecentesco caposaldo dei MacDonnell (si respira già l’aria del vicino arcipelago delle Skerries a metà strada con la ormai vicina Scozia) e per cogliere quindi appieno i valori della zona una tappa d’obbligo é la visita alla più antica distilleria di whiskey del mondo a Bushmills (la degustazione é d’obbligo,guida permettendo):sarà il clima stupendo,sarà l’ebbrezza data dall’ottimo whiskey irlandese (puro malto),certo é che la visita al Giant’s Causeway ci porta a provare sensazioni uniche, un misto di appagamento e di euforia quasi epici.
E’ fuor di dubbio che questa formazione di basalto é perlomeno curiosa.
Si tratta di ben quarantamila colonne con curiosa forma geometrica esagonale ammassate lungo la costa che si proiettano nell’oceano ; la leggenda attribuisce tale formazione all’iniziativa del gigante Finn MacCool che per passare dalla Scozia senza bagnarsi i piedi avrebbe crato questo percorso rialzato (in realtà le leggende sono più di una, alcune con risvolti romantici,altre con aspetti prettamente bellici,tutte comunque da ascrivere alla figura di questo gigante).
Altra attrattiva del luogo é il ponte di corde di Carrick-a rede che purtroppo non potremo visitare in quanto per il forte vento l’accesso sarà chiuso: ci consoleremo con la caratteristica cittadina di Ballycastle (bello il porticciolo) sede di una importante fiera locale (a fine agosto).
Stanchi ma appagati rientriamo a Limavady dalla nostra sirena.
Il mattino seguente una fitta pioggerellina ci invita ad abbandonare l’Ulster via Armagh e Monaghan per una veloce tappa di trasferimento a Dublino dove la temperatura é stranamente elevata ed il sole crea un clima quasi afoso: la città ci appare sporca e trasandata,ma una ottima cena in un classico pub (salmone e Guinness fanno resuscitare anche i morti di sella,oltre che di sonno) nel centro città ci fanno ritrovare la ormai consueta ospitalità e cordialità degli isolani.
Concludiamo l’itinerario con una visita approfondita alla zona di Glendalough a sud della capitale: dopo Bray sulla destra prendiamo la strada R755 attraversando la vallata delle Wicklow Mountains per giungere al monastero fondato quattordici secoli fa dal monaco Kevin.
La zona é paradisiaca ed i due laghetti su cui i monaci hanno deciso di spendere le loro vita conciliano proprio la meditazione ed il riposo: turisticamente la visita é ben gestita dall’Office of Public Works che consente ai visitatori di addentrarsi nell’itinerario dopo un filmato introduttivo teso ad informare sui monasteri in Irlanda.
Caratteristica la Round Tower e la St.Kevin Kitchen: a completamento della visita una sana passeggiata tra i laghetti fungerà da aperitivo per un ulteriore assaggio della gastronomia locale (abbiamo imparato dai monaci).
Attraversiamo quindi la suggestiva Vale of Avoca (in alcuni punti la vegetazione é talmente fitta da dover accendere gli abbaglianti), dove si passa sul meeting of waters confluenza tra l’Avonmore e l’Avonbeg oggetto della letteratura irlandese,per ricongiungerci ad Arklow sulla strada costiera.
Ci attende quindi una ultima tappa a Rosslare (l’ultima Guinness ?) prima del traghetto che ci riporterà nel Regno Unito sulla via del ritorno.
Il sonno ristoratore ci farà rivivere,come in un film,il percorso appena vissuto,lasciandoci al mattino con l’inquietante domanda se anche i nostri fidati destrieri meccanici possano sognare anch’essi......
Le moto del viaggio :
a) Moto Guzzi California 1100 i.e.
b) Yamaha Diversion 900
c) BMW 100 RT
L’itinerario é stato preparato con il software “Route 66” per Macintosh,utilizzando un PowerBook 1400c/166 per la consultazione;per dettagli si sono utilizzate le cartine e la guida del Touring Cub Italiano.
I traghetti sono stati prenotati da Agamare Viaggi,Milano.
Un grazie a Marco e Giuseppe Ferrari (Moto Guzzi) di Novara (per ringraziare Alexander aspettiamo ancora un po’......).
* PICCOLA GUIDA PRATICA
STRADE E CIRCOLAZIONE = pensando ad un clima piovoso abbiamo predisposto le moto con gomme per bagnato: le condizioni climatiche ottime, unite a strade con asfalto particolarmente rugoso (proprio per garantire maggiore aderenza in condizioni di umidità) hanno determinato una notevole usura dei pneumatici.
La rete stradale dell’Ulster é migliore della vicina Repubblica,pur essendo le strade più turistiche le peggiori in entrambi i casi: si circola chiaramente a sinistra e sono molto diffusi i roundabout ovvero rotonde con precedenza da dare a destra.
GASTRONOMIA = il classico “Irish breakfast” é estremamente sostanzioso ma rischia di stufare dopo qualche giorno.
Ampia la scelta di piatti sia a base di carne (beef,sirloin,chop,lamb,etc...) che di pesce (salmone,trota,crostacei e molluschi di mare sono sempre ottimi) ;caratteristico ed ottimo il pane in varie foggie e varianti: da assaggiare il “soda bread” pane con aggiunta di “bicarbonato di sodio” che lo rende morbido e particolare.
Le patate sono un contorno importante ma non sono l’unico contorno ! La birra per gli Irlandesi é la GUINNESS,ma ciò non toglie che non vi sia estrema scelta tra stout,lager ed ale,tutte buone e tutte a “pinte”....
SOGGIORNO = consigliabili i bed & breakfast sempre caratterizzati da una cordiale accoglienza; poiché sono poche le camere a disposizione per ogni singola casa,le difficoltà possono sorgere se si gira in gruppo : in ogni caso,se ci fossero difficoltà,i proprietari dei b&b sono così gentili da telefonare a colleghi per cercarvi una sistemazione per la notte nel migliore dei modi.
Una valida alternativa sono le farmhouse (fattorie),sempre distanti dai centri abitati,ma un tocco di sana campagna non può che far bene e rilassare le nostre menti cittadine.